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Visualizzazione dei post da 2018
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È finita. Mi sembra ieri. Questa volta senza che i frastuoni siano artificiali, senza alcuna Rimini, ma con l’anima, ricordo, emozione che mi ha fatto diventare grande con lei. Trieste. Avevo 17 anni. Ora 24. Questa Juventus alla matura età mi ci ha condotto: prima quella formale, poi la vera. Mi ha insegnato a stringere i pugni, alzarli al cielo, metterli in tasca, soffrire, concentrare, ripartire, ottenere, specchiarmi, confrontarmi. Non so dove, quando, come si interromperà. Ma so da dove ha incominciato a camminare, poi correre. Da qui. Lei per me, io con lei. Me la porterò nel cuore. Conservando gli occhi lucidi per quel bambino che un domani spero la ami tanto quanto la amo io. Piango.Tantissimo. Grazie, ragazzi. 
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Baciato da Dio.  A volte pensiamo che i doni debbano arrivare da soli, quasi come per le feste comandate. A volte, invece, che non esistano per nulla delle feste, ma solo dei comandi: lavoro, dovere, lavoro.  A volte, raramente, queste due carreggiate di vita si incontrano. Addirittura si incrociano.  Esistono essere umani ai quali va bene la semplice benedizione di una mano benevola, ed altri che al contrario si spaccano in quattro per andarla a prendere direttamente al massimo altare quella benedizione.  Che Dio vogliono baciarlo in bocca.  Tre metri sopra il cielo.  Tre metri sopra, CR7.